IN RIVA A UN FIUME
Mentre cammino per l'aperta campagna mi viene da considerare chi sei errante signore che ti nutri di libri e di emozioni? Ciò che vedo è qualcuno travolto da tempeste. Ti mostri sensibile accorto alle volte mi hai trovata presso un albero la mia faccia assopita e d'oro e i larghi occhi di Buddha. Non avevo bisogno di te. Io, nondimeno proveniente da tragedie greche al che presso quell'antico fico non ero avvolta da illusioni e ideali perché semplicemente mi trovavo sola e tranquilla. Non so come mi appare forse un angelo e ha le tue sembianze spesso riferisce di volermi tanto bene. Se tu angelo mio il bene conosci conosci di certo la mia fame implacabile e ne sai che mi spezzai come un giovane albero sotto il fulmine, sai, mi ammalai di innamoramento e comprendi che ho provato a liberarmi del mio strazio, e se sei angelo o qualcuno a cui io cara mi piace immaginare che non sfamerai questo vuoto ma seguendoti fino io a vincermi. Non ho idea se tu sia anche un diavolo in quanto mio desiderio oppure una semplice persona di cui lecito è provare ciò che prova hai una pazienza dolce con me e io ti ringrazio non voglio chiedermi altro verranno i raggi di sole i miei giorni le piogge di marzo.

ICARO
Ti avrò! Sole mio poiché dimmi, Sole, tu sei mio, riscaldi tutto e doni a tutti amore ma so, in cuor mio, sono il tuo prediletto! Sì, non l'hai detto, ma so la verità e io ti adoro perché sei così grande che se tu doni ovunque luce e tepore io sono il tuo amore, sono il tuo risveglio sono ciò che ti muove palla di fuoco no, non serve tu dica un poco non può essere altrimenti, poiché t'amo che non potresti altro Sole lontano nel cielo No, non sei così distante che credo se io volessi davvero... ti raggiungo ora poiché ti adoro qui nell'Olimpo non vi è niente sei la mia vita tu sei oro devo conoscerti immantinente, ti prego lascia che venga incontro so di essere patetico e melenso tu sei il mistero d'un uomo che amo sei ciò che non so e tormento mi tiene.



MORTE
Lo so, sono egocentrica egoista è la mia vera natura e qui ne rendo atto, se non lo fossi comprenderei aiuterei con le mani, perdonerei. E tu, sì tu, eri la fiammella di tepore in questo cielo di tenebre. Eh sì, uno squallido interesse di sensi. L'estasi alla sola idea del tuo abbracciarmi e del tuo pianto commosso, dell'essere per te la più bella cosa che tu abbia mai vissuto. Il mio, vedi, è un sentire primitivo. E sì che pure illusa come una delirante visionaria che parla con chi ha perduto e che di fatto non è più lì, che ne sai in fondo anche tu? Ma io sapevo di poter planare su te. Mi aggrappo ai momenti in cui mi dici “Ti amo” come fa un rampicante assetato e proteso, ma non è sufficiente perché il momento dopo mi fai capire tutt'altro. Mi dici forse sono la più bella persona che tu abbia mai incontrato, ecco, ti ho reso la mia vanità infinita perché dovrei gioire già dell'incontrarti e invece privi e fai assaggiare cose e io distrutta col bisogno d'una dose. E mi vergogno di me eppure quest'ultimo discorso ti rendo prima di avviarmi a un sentiero ignoto lo stesso che ieri ha temuto terribilmente di perderti. Tu non lo puoi sapere, lo so non m'interessa ho sognato che salutavi i tuoi amici in dichiarazioni di affetto e stima tornavi da me di me affranto l'uscio stanco s'apre piano e chiude come il lucido coperchio d'una bara.
DELIRIO
Il mio è un delirio. Ti delineo con le dita sfiorando una tua fotografia, come sia giunta qui non lo so sto gettata come un'alga sulla riva sì, per te andrei anche alla deriva se già non è, dolcissima deriva. Eppure io posso vederti credo, e non è solo voglia della tua presa rude non è solo il tuo respiro sul mio collo o il seme a coprirmi dirmi che sono tua; non è raggiungerti con fiumi di poesie zuccherose o con gesta eroiche da mostrarti, caro perché è abbastanza e più quel che già sono. Non saresti, se tu non fossi non potrei trovare appiglio ma un terribile niente che ora vedo se mai ti avessi conosciuto, non sono giochi di luci e ombre non sono io che mi rifletto in te è solo vivere per la prima volta una persona anche se lontana. È il sole levarsi al mattino è il suo tramonto ed è la notte è attenderti e accasciarmi è esserci a fianco nei passi, pioggia d'estate le tue risate! E cieli di ovatta in inverno le tue stanche divagazioni, siam primavera quando ci tocchiamo. Non lo so, non ti so dire infine non solo di ciò ma davvero sulle cose cancelliamo completamente le riserve delle nostra mente! Quel dirci ormai adulti quel frenarci che manco più notiamo ho voglia di vero solo vero ti prendo la mano e andiamo. Restano le cose senza nome io nemmeno son davvero io ma se pronunci il mio nome volo non so, è delirio di certo ciò che provo.


CONCEDI
Permettimi, amato mio, d'essere amato perdona se ostinata quasi mai capisco perdona, se insisto fammi sentire tremendamente che esisto, so, dovrei bastarmi ma è facile a dirsi e sì, mi basto anche appieno, ma voglio solo dire queste verità ciò che provo veramente nel cuore. So anche stare bene sola ma come sola? Delusa da tutti. E seppur stupido sia amare tieni la mano affinché io non imploda, certo benissimo sola e grata e quant'è vero che io ho tutto avendo me stessa e soprattutto la poesia a dir ciò che mi manca. Mi mancano i tuoi baci bagnati che ne dica una mia autosufficienza che ne dica un animo deprivato di gioie dei sensi e sussulti, e ti tengo stretto per la camicia occhi gelosi e sgranati i miei perfettamente sgomenti come quelli di un bovino al mattatoio; ti scosti, senti odore di follia certo, perché sono pazza d'amore ignori che l'odore del sesso mi tormenta queste notti insonni, permetti che io tenga dispiaceri permetti che io ti dica così permetti che abbia bisogno anche di carezze e dolcissime parole. Permetti che in questo momento abbia bisogno solo di tenerezza e affetto, e di passione e che tu dica di amarmi e che sono la tua vita. Permetti che questa ora sono permetti di esser mio soltanto per il tempo per sempre che è un istante in cui accasciati e bagnati ci siamo abbandonati, illudimi di esser io la sola e di ridarmi tutto quel che ho sperato non appassire la mia anima in fiore che con te è donna è degna e viva. Concedi di non essere brusco né il corpo né più mentalmente perché voglio tepore senza bruciarmi toccami senza penetrarmi, concedi che ciò sono e non so per quanto mentre affrettato ti eri appostato dietro spingendo con i tuoi sospiri irresistibili di bestia a una lurida puttana. Concedi che mi hai presa e rimestata concedi che sei stato un ciclone che indietro non ne posso io tornare ma solo posso dire a te annoiato, concedi che adesso ci sia io se tieni a me permetti che sia Dio ciò che voglio sarà amarmi ora e questo mai lo potrò dimenticare.

CREAZIONE
Il mio animo mira lontano sa ormai tutte le cose a me care e veramente care, certamente troverò il tuo petto spianato un poco giusto puntinato di nei il tuo tepore e il battito veloce sempre io potrò trovarti in ogni tenebra in ogni sole nell'impeto irato di Gaya nel dolore nel fiore che sboccia e in ogni cosa; e per quanto l'universo possa piangere e strapparsi sciogliersi come un foglio di carta zuppo per quanto possa tirarsi struggente per quanto l'intero universo possa per logiche improvvise a noi irraggiungibili appallottolarsi e tornare indietro sotto quel Dio pazzo che avemmo già a incontrare io e te, te e io e basta sarà ciò che resta. Dai miei capelli in faccia pieni di salsedine dal disegnare con le dita il tuo profilo particolare dal sorvolare ancora il tuo corpo e il mistero di te mio amato dal viso e dagli occhi che cercherò ancora di capire, dal tuo bacio dalla sincronia del nostro respiro e fremito concepiremo un nuovo cosmo ci scambieremo DNA dagli occhi in una danza che gira faremo l'amore per sempre ogni volta in stupore e incanto d'amore sarà la stirpe umana e la fauna non smetterà il suo canto.
IL LADRO
Ti strinsi a me, ti annusai pienamente i cuori in battito si toccavano le gambe ci tremavano poi tornasti a casa sotto una pioggia d'aprile mi apparivi forte sulle tue gambe congedasti con un intiepidito bacio sulla guancia un veloce freddo saluto la tua esperienza sapeva incantare tenere vivo l'interesse crudele prestigiatore la figura alta e importante la giacca scura mai fui così piccola e insignificante mentre sempre più lontano piovigginava e puntinava insistente ti allontanavi sempre più lontano e io non seppi più placarmi.
Nelle poesie che seguono, come per gli altri capitoli, ci si riferisce alle mie fasi evolutive, in tutto il volume quelle succedutesi tra l’anno 2020 e il 2023. La fase friendzone, dunque, è anche una situazione che tanti di noi conoscono, è di frequente vissuta in fase scolastica quando siamo ancora impacciati e pieni di seghe mentali sia per vivere le cose con la giusta leggerezza sia per avvicinare l’altro sesso senza ansie. In questo passaggio vengo dunque sempre più spostata via dalla persona di cui vi parlo, sempre meno cela di non essere interessato seriamente a me, ma, dato che ha fatto la frittata di illudermi in precedenza, io nego anche a me stessa che ciò sia. Lo motivo, tutto ha una spiegazione, è proprio perché lui mi ama che mi dico ogni volta che sono io a non fare abbastanza per lui o a non capire il genere maschile e i trucchi dell’amore, visto poi che non ho alle spalle un’enormità di relazioni. Un viaggio nella mia testa che però lui ha incoraggiato, si è fatto beffe di me sapendo avessi problemi e inesperienza. Sapendo che, così presa, quel non mandarmi messaggi o bloccarmi il numero telefonico mi avrebbe solo più agitata. Pur non essendo di certo una stalker, là al massimo che potevo fare? Mi avvicinai giusto a pressarlo un po’, ma ci stava la motivazione: non mi chiariva, restava tra due e più amanti, o sai con chi più o meno telematiche. Chiedevo solamente di capire, e avrei scelto il da farsi. Nulla mi era chiaro, poiché mi si diceva tutto e il suo contrario, e che non avessi torto non lo potevo sapere. Mi sentivo a pezzi in modo enorme, tanto che addirittura ho come rimosso per certi versi quel periodo. Ma friend vuol dire anche “amico”, e là potei contare sui miei amici, soprattutto su quelli nuovi come Cristina e suo marito, anche se in seguito furono anche loro una delusione. L’importante è che io li abbia vissuti in modo positivo, e i ritratti che feci loro sono il simbolo che a fronte di quanto si può commettere e mi ci metto anch’io l’ultima parola la avrà sempre la capacità di aver amato. Oltre che aver saputo accompagnarli all’uscita. Ciò che sono e il mio essere buona non ha bisogno di essere esposto a parole, perché dimostra sempre più con i fatti nel lungo tempo. Sono tutte esperienze che ritengo preziose e di insegnamento.

GIORNI
Ho attraversato molti giorni senza te, ero in un deserto d'oriente solo la mia compagnia, il torrido sole e il demone suadente. Sai, non ci stavo bene provavo asfissia e vertigine entrarmi senza paracadute ho solo strazio, no, non posso e ne fuggo, eppure non son sola a esser sola vago a ramengo nel mio deserto si affaccia un'oasi immaginaria. Sei tu forse, mi stai chiamando? Sei tu che mi sorridi e mi inviti ma non sono le palme né il tuo ridere solo riflesso senza acqua da bere del mio viso stanco e inespressivo. Non scorgevo se fosse un mio vuoto o quel che prima di quel vuoto c'era o se erano i barbari e il non vuoto o se quel vuoto pure fosse stato inganno, non comprendevo se ero io tutta se eri tu, mi sedetti a calmarmi si avvicinò un fringuello, e poi un merlo ad annunciare che questo era bene, giunsero un paio di dolci amici a cui potei confidare e narrare di te così vidi il tuo vuoto palpitante e persistente, frequente, sanguinante vidi con chiave di lettura aggiunta e mi fu più sostenibile il deserto giorni in cui non mi potevi bastare responsabile sono ora di entrambi.
IO, TE, LUI (dedica a Carlo)
Ti ho cercato perché sei amico caro di chi amo volevo aggrapparmi al suo mondo, a ciò che suo, in giorni annacquati e solitari a leccarci entrambi ferite. Chissà perché da un buffo attrito sei sbucato tu, anima pura, da quella gabbia io qui ti sono cura ragazzo buono, non frenare mai ciò che provi e il bene che ho da darti ti sento già con affetto sconfinato non chiedermi, oh se pur io t'amo, se è la stessa cosa, no, tesoro. Ti lascio per ora riposare nell'estasi del sogno più carnale il corpo traboccante e sessuale che ho condiviso fatua di nuovo, ma sempre lo farò perché ciò sono tu sai che è il mio modo di esser viva ti prego gioia non illuderti e non dar nome a ciò che mi rende felice. L'amato mio il bene tuo vuole ma se il tuo cuore duole o vi separi, il mio esilio nel più rarefatto luogo scrivendovi poesie da fiume in piena.




NEL VENTO (all’amico Carlo)
Sono sicura: la via che percorro chiamata sincerità supererà ogni scoglio che attiene all'amore, sono certa della via che cammino chiamata affetto, darà ordine a un marasma di fogliame nel vento al malinconico autunno; sono più che sicura la via intrapresa che non so infine definire scioglierà ogni pena e pretesa che attiene al desiderio, all'ego quello che insomma tutti un po' sappiamo e io giungerò sempre per portarci oltre, amico mio e tesoro di persona. Biscottino come posso dire ciò che appare, e che non sto a ribadire non parliamone ancora ti dono emozioni, io e le persone a te più care ti siamo vicini. Sono molto fiduciosa della via, che non ha scelto te, sì, in effetti ma so che da me ti lascerai comunque raggiungere per quel pochissimo che posso dare. Andiamo, spettinati dalla bora portami nei tuoi luoghi ora.
GRANDE BLU (ancora per Federico)
Dalla nascita dell'universo riposa il magma primordiale e così tu, nascente dalla morte, ti stendi indifeso e puro. “Non toccarmi,” mi dici “son sensibile dietro un'apparente normalità, dietro il mio essere uomo nemmeno di giovane attenuante.” Sebbene le scuse siano tante per chi come noi sempre a lottare, con chi proprio non vuol capire con chi non ci vede e col mondo mentre crediamo in qualcosa oltre questo pantano e sangue e solo ora vedo un magma primordiale. Vuole che lo lascino in pace tutti. Piccolo, e così infinito è il tuo oggi che si lecca le ustioni conosco la sensazione d'altra parte e no, non ti abbraccio né chiamo amore. Perché ora tu sei indeciso e indefinito senza grandi speranze e nel tuo frequente buio, vaghi tra la gente così senza che nessuno ne sappia niente. So che presto sarai stelle non avrò paura, ti dissolverai non avrò paura più d'amare posata su di uno scoglio, al cielo e al mare.

“Ecco il mio cuore: è tuo.”

(fine della seconda parte, segue alla terza parte)