Cupido nel mondo di Meta. 2a parte

IN RIVA A UN FIUME

Mentre cammino per l'aperta campagna 
mi viene da considerare 
chi sei errante signore 
che ti nutri di libri e di emozioni? 
Ciò che vedo è qualcuno travolto da tempeste. 
Ti mostri sensibile 
accorto alle volte 
mi hai trovata presso un albero 
la mia faccia assopita e d'oro e i larghi occhi di Buddha. 
Non avevo bisogno di te. 
Io, nondimeno proveniente da tragedie greche 
al che presso quell'antico fico 
non ero avvolta da illusioni e ideali 
perché semplicemente mi trovavo sola e tranquilla. 
Non so come mi appare forse un angelo 
e ha le tue sembianze 
spesso riferisce di volermi tanto bene. 
Se tu angelo mio il bene conosci 
conosci di certo la mia fame implacabile 
e ne sai che mi spezzai 
come un giovane albero sotto il fulmine, 
sai, mi ammalai di innamoramento 
e comprendi che ho provato 
a liberarmi del mio strazio, 
e se sei angelo o qualcuno a cui io cara 
mi piace immaginare 
che non sfamerai questo vuoto 
ma seguendoti fino io a vincermi. 
Non ho idea se tu sia anche un diavolo 
in quanto mio desiderio 
oppure una semplice persona 
di cui lecito è provare ciò che prova 
hai una pazienza dolce con me 
e io ti ringrazio 
non voglio chiedermi altro 
verranno i raggi di sole i miei giorni 
le piogge di marzo. 

ICARO

Ti avrò! Sole mio 
poiché dimmi, Sole, tu sei mio, 
riscaldi tutto e doni a tutti amore 
ma so, in cuor mio, sono il tuo prediletto! 
Sì, non l'hai detto, ma so la verità 
e io ti adoro perché sei così grande 
che se tu doni ovunque luce e tepore 
io sono il tuo amore, 
sono il tuo risveglio 
sono ciò che ti muove palla di fuoco 
no, non serve tu dica un poco 
non può essere altrimenti, 
poiché t'amo che non potresti altro 
Sole lontano nel cielo 
No, non sei così distante 
che credo se io volessi davvero... 
ti raggiungo ora poiché ti adoro 
qui nell'Olimpo non vi è niente 
sei la mia vita tu sei oro 
devo conoscerti immantinente, 
ti prego lascia che venga incontro 
so di essere patetico e melenso 
tu sei il mistero d'un uomo che amo 
sei ciò che non so e tormento mi tiene.  

MORTE


Lo so, sono egocentrica 
egoista è la mia vera natura 
e qui ne rendo atto, 
se non lo fossi comprenderei 
aiuterei con le mani, perdonerei. 
E tu, sì tu, eri la fiammella di tepore 
in questo cielo di tenebre. 
Eh sì, uno squallido interesse di sensi. 
L'estasi alla sola idea del tuo abbracciarmi 
e del tuo pianto commosso, 
dell'essere per te la più bella cosa 
che tu abbia mai vissuto. 
Il mio, vedi, è un sentire primitivo. 
E sì che pure illusa 
come una delirante visionaria 
che parla con chi ha perduto 
e che di fatto non è più lì, 
che ne sai in fondo anche tu? 
Ma io sapevo di poter planare su te. 
Mi aggrappo ai momenti in cui mi dici “Ti amo” 
come fa un rampicante assetato e proteso, 
ma non è sufficiente 
perché il momento dopo mi fai capire tutt'altro. 
Mi dici forse sono la più bella persona 
che tu abbia mai incontrato, 
ecco, ti ho reso la mia vanità infinita 
perché dovrei gioire già dell'incontrarti 
e invece privi e fai assaggiare cose 
e io distrutta col bisogno d'una dose. 
E mi vergogno di me 
eppure quest'ultimo discorso ti rendo 
prima di avviarmi a un sentiero ignoto 
lo stesso che ieri ha temuto 
terribilmente di perderti. 
Tu non lo puoi sapere, lo so 
non m'interessa 
ho sognato che salutavi i tuoi amici 
in dichiarazioni di affetto e stima 
tornavi da me di me affranto 
l'uscio stanco s'apre piano e chiude 
come il lucido coperchio d'una bara. 

DELIRIO

Il mio è un delirio. 
Ti delineo con le dita sfiorando 
una tua fotografia, 
come sia giunta qui non lo so 
sto gettata come un'alga sulla riva 
sì, per te andrei anche alla deriva 
se già non è, dolcissima deriva. 
Eppure io posso vederti credo, 
e non è solo voglia della tua presa rude 
non è solo il tuo respiro sul mio collo 
o il seme a coprirmi dirmi che sono tua; 
non è raggiungerti con fiumi di poesie zuccherose 
o con gesta eroiche da mostrarti, caro 
perché è abbastanza e più quel che già sono. 
Non saresti, se tu non fossi 
non potrei trovare appiglio 
ma un terribile niente che ora vedo 
se mai ti avessi conosciuto, 
non sono giochi di luci e ombre 
non sono io che mi rifletto in te 
è solo vivere per la prima volta 
una persona anche se lontana. 
È il sole levarsi al mattino 
è il suo tramonto ed è la notte 
è attenderti e accasciarmi 
è esserci a fianco nei passi, 
pioggia d'estate le tue risate! 
E cieli di ovatta in inverno 
le tue stanche divagazioni, 
siam primavera quando ci tocchiamo. 
Non lo so, non ti so dire infine 
non solo di ciò ma davvero sulle cose 
cancelliamo completamente 
le riserve delle nostra mente! 
Quel dirci ormai adulti 
quel frenarci che manco più notiamo 
ho voglia di vero solo vero 
ti prendo la mano e andiamo. 
Restano le cose senza nome 
io nemmeno son davvero io 
ma se pronunci il mio nome volo 
non so, è delirio di certo ciò che provo. 

CONCEDI

Permettimi, amato mio, d'essere amato 
perdona se ostinata quasi mai capisco 
perdona, se insisto 
fammi sentire tremendamente che esisto, 
so, dovrei bastarmi 
ma è facile a dirsi 
e sì, mi basto anche appieno, 
ma voglio solo dire queste verità 
ciò che provo veramente nel cuore. 
So anche stare bene sola 
ma come sola? Delusa da tutti. 
E seppur stupido sia amare 
tieni la mano affinché io non imploda, 
certo benissimo sola e grata 
e quant'è vero che io ho tutto 
avendo me stessa e soprattutto 
la poesia a dir ciò che mi manca. 
Mi mancano i tuoi baci bagnati 
che ne dica una mia autosufficienza 
che ne dica un animo deprivato 
di gioie dei sensi e sussulti, 
e ti tengo stretto per la camicia 
occhi gelosi e sgranati i miei 
perfettamente sgomenti come quelli di un 
bovino al mattatoio; 
ti scosti, senti odore di follia 
certo, perché sono pazza d'amore 
ignori che l'odore del sesso 
mi tormenta queste notti insonni, 
permetti che io tenga dispiaceri 
permetti che io ti dica così 
permetti che abbia bisogno anche 
di carezze e dolcissime parole. 
Permetti che in questo momento 
abbia bisogno solo di tenerezza e affetto, 
e di passione e che tu dica di amarmi 
e che sono la tua vita. 
Permetti che questa ora sono 
permetti di esser mio soltanto 
per il tempo per sempre che è un istante 
in cui accasciati e bagnati ci siamo abbandonati, 
illudimi di esser io la sola 
e di ridarmi tutto quel che ho sperato 
non appassire la mia anima in fiore 
che con te è donna è degna e viva. 
Concedi di non essere brusco 
né il corpo né più mentalmente 
perché voglio tepore senza bruciarmi 
toccami senza penetrarmi, 
concedi che ciò sono e non so per quanto 
mentre affrettato ti eri appostato dietro 
spingendo con i tuoi sospiri irresistibili 
di bestia a una lurida puttana. 
Concedi che mi hai presa e rimestata 
concedi che sei stato un ciclone 
che indietro non ne posso io tornare 
ma solo posso dire a te annoiato, 
concedi che adesso ci sia io 
se tieni a me permetti che sia Dio 
ciò che voglio sarà amarmi ora 
e questo mai lo potrò dimenticare. 

CREAZIONE

Il mio animo mira lontano 
sa ormai tutte le cose a me care 
e veramente care, 
certamente troverò 
il tuo petto spianato 
un poco giusto puntinato di nei 
il tuo tepore e il battito veloce 
sempre io potrò trovarti 
in ogni tenebra 
in ogni sole 
nell'impeto irato di Gaya 
nel dolore 
nel fiore che sboccia 
e in ogni cosa; 
e per quanto l'universo possa 
piangere e strapparsi 
sciogliersi 
come un foglio di carta zuppo 
per quanto possa tirarsi struggente 
per quanto l'intero universo possa 
per logiche improvvise a noi 
irraggiungibili 
appallottolarsi 
e tornare indietro 
sotto quel Dio pazzo che avemmo 
già a incontrare 
io e te, te e io 
e basta 
sarà ciò che resta. 
Dai miei capelli in faccia pieni di salsedine 
dal disegnare con le dita 
il tuo profilo particolare 
dal sorvolare ancora il tuo corpo 
e il mistero di te 
mio amato dal viso e dagli occhi che cercherò 
ancora di capire, 
dal tuo bacio 
dalla sincronia del nostro respiro e fremito 
concepiremo un nuovo cosmo 
ci scambieremo DNA dagli occhi 
in una danza che gira 
faremo l'amore per sempre 
ogni volta in stupore e incanto 
d'amore sarà la stirpe umana 
e la fauna non smetterà il suo canto.

IL LADRO

Ti strinsi a me, ti annusai pienamente 
i cuori in battito si toccavano 
le gambe ci tremavano 
poi tornasti a casa 
sotto una pioggia d'aprile 
mi apparivi forte sulle tue gambe 
congedasti con un intiepidito bacio 
sulla guancia un veloce freddo saluto 
la tua esperienza sapeva incantare 
tenere vivo l'interesse 
crudele prestigiatore 
la figura alta e importante 
la giacca scura 
mai fui così piccola e insignificante 
mentre sempre più lontano 
piovigginava e puntinava insistente 
ti allontanavi sempre più lontano 
e io non seppi più placarmi. 

Nelle poesie che seguono, come per gli altri capitoli, ci si riferisce alle mie fasi evolutive, in tutto il volume quelle succedutesi tra l’anno 2020 e il 2023. La fase friendzone, dunque, è anche una situazione che tanti di noi conoscono, è di frequente vissuta in fase scolastica quando siamo ancora impacciati e pieni di seghe mentali sia per vivere le cose con la giusta leggerezza sia per avvicinare l’altro sesso senza ansie. In questo passaggio vengo dunque sempre più spostata via dalla persona di cui vi parlo, sempre meno cela di non essere interessato seriamente a me, ma, dato che ha fatto la frittata di illudermi in precedenza, io nego anche a me stessa che ciò sia. Lo motivo, tutto ha una spiegazione, è proprio perché lui mi ama che mi dico ogni volta che sono io a non fare abbastanza per lui o a non capire il genere maschile e i trucchi dell’amore, visto poi che non ho alle spalle un’enormità di relazioni. Un viaggio nella mia testa che però lui ha incoraggiato, si è fatto beffe di me sapendo avessi problemi e inesperienza. Sapendo che, così presa, quel non mandarmi messaggi o bloccarmi il numero telefonico mi avrebbe solo più agitata. Pur non essendo di certo una stalker, là al massimo che potevo fare? Mi avvicinai giusto a pressarlo un po’, ma ci stava la motivazione: non mi chiariva, restava tra due e più amanti, o sai con chi più o meno telematiche. Chiedevo solamente di capire, e avrei scelto il da farsi. Nulla mi era chiaro, poiché mi si diceva tutto e il suo contrario, e che non avessi torto non lo potevo sapere. Mi sentivo a pezzi in modo enorme, tanto che addirittura ho come rimosso per certi versi quel periodo. Ma friend vuol dire anche “amico”, e là potei contare sui miei amici, soprattutto su quelli nuovi come Cristina e suo marito, anche se in seguito furono anche loro una delusione. L’importante è che io li abbia vissuti in modo positivo, e i ritratti che feci loro sono il simbolo che a fronte di quanto si può commettere e mi ci metto anch’io l’ultima parola la avrà sempre la capacità di aver amato. Oltre che aver saputo accompagnarli all’uscita. Ciò che sono e il mio essere buona non ha bisogno di essere esposto a parole, perché dimostra sempre più con i fatti nel lungo tempo. Sono tutte esperienze che ritengo preziose e di insegnamento.

GIORNI


Ho attraversato molti giorni 
senza te, ero in un deserto d'oriente 
solo la mia compagnia, il torrido sole 
e il demone suadente. 
Sai, non ci stavo bene 
provavo asfissia e vertigine 
entrarmi senza paracadute 
ho solo strazio, no, non posso e ne fuggo, 
eppure non son sola a esser sola 
vago a ramengo nel mio deserto 
si affaccia un'oasi immaginaria. 
Sei tu forse, mi stai chiamando? 
Sei tu che mi sorridi e mi inviti 
ma non sono le palme né il tuo ridere 
solo riflesso senza acqua da bere 
del mio viso stanco e inespressivo. 
Non scorgevo se fosse un mio vuoto 
o quel che prima di quel vuoto c'era 
o se erano i barbari e il non vuoto 
o se quel vuoto pure fosse stato inganno, 
non comprendevo se ero io tutta 
se eri tu, mi sedetti a calmarmi 
si avvicinò un fringuello, e poi un merlo 
ad annunciare che questo era bene, 
giunsero un paio di dolci amici 
a cui potei confidare e narrare di te 
così vidi il tuo vuoto palpitante 
e persistente, frequente, sanguinante 
vidi con chiave di lettura aggiunta 
e mi fu più sostenibile il deserto 
giorni in cui non mi potevi bastare 
responsabile sono ora di entrambi.  

IO, TE, LUI (dedica a Carlo)


Ti ho cercato perché sei amico caro di chi amo 
volevo aggrapparmi al suo mondo, a ciò che suo, 
in giorni annacquati e solitari a leccarci entrambi ferite. 
Chissà perché da un buffo attrito 
sei sbucato tu, anima pura, 
da quella gabbia io qui ti sono cura 
ragazzo buono, non frenare mai 
ciò che provi e il bene che ho da darti 
ti sento già con affetto sconfinato 
non chiedermi, oh se pur io t'amo, 
se è la stessa cosa, no, tesoro.
Ti lascio per ora riposare 
nell'estasi del sogno più carnale 
il corpo traboccante e sessuale 
che ho condiviso fatua di nuovo, 
ma sempre lo farò perché ciò sono 
tu sai che è il mio modo di esser viva 
ti prego gioia non illuderti 
e non dar nome a ciò che mi rende felice. 
L'amato mio il bene tuo vuole 
ma se il tuo cuore duole o vi separi, 
il mio esilio nel più rarefatto luogo 
scrivendovi poesie da fiume in piena. 

NEL VENTO (all’amico Carlo)

Sono sicura: la via che percorro chiamata sincerità 
supererà ogni scoglio che attiene all'amore, 
sono certa della via che cammino chiamata affetto, 
darà ordine a un marasma di fogliame 
nel vento al malinconico autunno; 
sono più che sicura la via intrapresa 
che non so infine definire 
scioglierà ogni pena e pretesa 
che attiene al desiderio, all'ego 
quello che insomma tutti un po' sappiamo 
e io giungerò sempre per portarci oltre, 
amico mio e tesoro di persona. 
Biscottino come posso dire 
ciò che appare, e che non sto a ribadire 
non parliamone ancora 
ti dono emozioni, io e le persone a te 
più care ti siamo vicini. 
Sono molto fiduciosa della via, 
che non ha scelto te, sì, in effetti 
ma so che da me ti lascerai comunque raggiungere 
per quel pochissimo che posso dare. 
Andiamo, spettinati dalla bora 
portami nei tuoi luoghi ora. 

GRANDE BLU (ancora per Federico)

Dalla nascita dell'universo 
riposa il magma primordiale 
e così tu, nascente dalla morte, 
ti stendi indifeso e puro. 
“Non toccarmi,” mi dici “son sensibile 
dietro un'apparente normalità, 
dietro il mio essere uomo 
nemmeno di giovane attenuante.” 
Sebbene le scuse siano tante 
per chi come noi sempre a lottare, 
con chi proprio non vuol capire 
con chi non ci vede e col mondo 
mentre crediamo in qualcosa 
oltre questo pantano e sangue 
e solo ora vedo un magma primordiale. 
Vuole che lo lascino in pace tutti. 
Piccolo, e così infinito 
è il tuo oggi che si lecca le ustioni 
conosco la sensazione d'altra parte 
e no, non ti abbraccio né chiamo amore. 
Perché ora tu sei indeciso e indefinito 
senza grandi speranze 
e nel tuo frequente buio, 
vaghi tra la gente così 
senza che nessuno ne sappia niente. 
So che presto sarai stelle 
non avrò paura, ti dissolverai 
non avrò paura più d'amare 
posata su di uno scoglio, al cielo e al mare.  

“Ecco il mio cuore: è tuo.”

(fine della seconda parte, segue alla terza parte)

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