Cupido nel mondo di Meta 1a parte

Cupido nel mondo di Meta 1a parte

Dell’amore si dice che si scrive anche troppo.

Si è anche detto che, quando non ci arrovelliamo di pensieri e godiamo i momenti, sperimentiamo il famoso “Qui e ora”. Non siamo dunque altrove con la mente, mentre svolgiamo in modo automatico i nostri impegni o cerchiamo di svagarci, magari con i social network.

I bambini sono fisici e più inclini a muoversi e sperimentare emozioni tramite il corpo. È un tipo di immediatezza, quella sensoriale, che genera forti emozioni, più dirette, inoltre radica le esperienze, negative ma anche positive, un po’ come un terreno pronto e fecondo. Quando tali esperienze sono traumatiche, possiamo anche diventare molto più mentali, e rincuorarci con la ragione e il poter capire.

Quando parliamo di amore, in realtà è sottinteso che ci riferiamo più all’amore romantico, alle passioni dunque all’eros, che indubbiamente amore è. La felicità del congiungersi, a prescindere che sia nelle passioni veloci o negli amori veri, parte e si fonda sulla protensione di Eros, ovvero quella forza in noi che per antonomasia è protesa verso qualcuno anche generico. Verso, per meglio dire, il piacere, e l’eros è già il piacere di per se stesso. Egli è. E va verso.

Ma anche piacere per qualcosa, gli interessi, le passioni, una gratificazione data da una ricerca, dunque esso va ben oltre un temporaneo appagamento fisico, avendo di base la stessa finalità: contatto, sussulto, gioia, espansione, moto esplosivo, e orgasmico per certi versi. Un Big Bang che non smettiamo di replicare ed è un qualcosa di magico e bellissimo. Innalzare intuitivamente la questione, con successo e un grado di piacere che prende più completamente l’essere: rendere sublime e esteticamente meraviglioso il desiderio e l’aspirazione attraverso la sublimazione, termine che divenne noto con Freud, nelle sue ricerche sullo sviluppo della sessualità e di tutte le sue possibili strade, le sue deviazioni, i suoi intoppi.

Per quanto si scelga chi ci ama, l’erotismo ci darà poi il suo consenso.

Poi vi è per certo un aspetto affiancato nel determinare di chi ci innamoriamo, non solo come sbandate o infatuazioni ma anche nel vero amore, e riguarda l’entrare in relazione al di là del bisogno sessuale; nelle prime eventualità, ovvero le sbandate forti più o meno durature, la faccenda è più un dialogo interiore inconsapevole con utilizzo di una persona. Avviene che l’eros investe la tua percezione della realtà, ti fai i famosi viaggi come si suol dire, illusioni da “perdere la testa”: questo perché stai compiendo un viaggio in te stesso.

Possono a volte prendere pieghe strane certe passioni forti e certe dipendenze di affetto, se l’altro non ti vuol bene veramente come dice, bisogna dire però che io per esempio ne ho vissute non poche e tutte sempre si sono risolte entro un anno di tempo e anche molto meno e col famoso effetto del “risveglio”. Non sono certo io il riferimento, attenzione e cautela! Ma questo può dare speranza, in quanto mi vedevo a un passo dal baratro ogni volta. Molto lo fa una serie di variabili, come l’età, se sei molto giovane reagirai in modo molto più sofferto in genere ed estremizzato. Per questo è importante parlarne.

Non concepivo l’assenza, né la sola idea di perdere quelle persone. Come nemmeno il fatto che non mi amassero. Ho agito anche con sofferenza in modo patologico e disperato per loro. Ero così immersa in questo, che pensavo si trattasse di amore vero il mio, e che comunque quello che mi accadeva non si sarebbe risolto se non col congiungimento definitivo o con la mia morte. Non vedevo appigli per definire che quel che mi accadeva non ne valesse la pena e non fosse un’eccezione, anche perché altrimenti l’incantesimo si sarebbe rotto.

Questo perché la nostra interiorità vuole condurci a capire e fare esperienza in queste emozioni, bisogna pazientare un attimo prima di fare cavolate, darsi tempo. Il mio consiglio è di mettere a lato la situazione rispetto a pensarci costantemente, e poi estrarla e rivederla sotto le luci che ogni giorno cambiano. Uscirne è possibile, vivendo e non facendosi del male, o congelandosi a letto sperando che qualcuno per umana pietà cessi l’assurdità di un inganno attuato da qualche manipolatore patologico… o forse semplicemente un uomo una donna a cui è sfuggita di mano la situazione volendoti solo per sesso, al limite una piacevole amicizia.

Ti alzi una mattina, becchi la persona in giro o in un post su Facebook e ti domandi come facevi a esserti preso per un tale sgraziato soggetto, con annessa una smorfia di perplessità: più che altro la valenza è data dal fatto che, avendoci fatto tanto soffrire e piangere nottate intere, si va sempre a ridimensionare presto o tardi questi notevoli stronzi… magari al confronto con qualcuno migliore, che ci ama, e che finalmente ci rispetta. L’amore ha poche cose, una è il rispetto sincero e nei fatti.

L’amore non è nelle mani degli incantatori.

Il batticuore è l’esternazione corporea delle emozioni forti, quelle di cui diciamo che ci fanno sentire vivi! Il bambino dentro l’utero vive un mondo in cui suona una musica con lui, che è la madre che lo contiene e lo ama. Il bebè, capitombolato qui all’asciutto e al freddo e pure al duro, è a dir poco sconvolto, e ha solo una cosa da parte sua per farcela: la sua mamma. Le esperienze con lei innanzitutto e poi con ambo i genitori saranno influenti, la notizia buona è che però la gran parte delle volte sono esperienze che non ci creano a piacimento dei genitori, ma sotto l’ordine di qualcosa di superiore. Anche di un’esperienza amara o purtroppo a volte assente con dei genitori, abbiamo noi l’ultima parola per decidere come portarci dietro il tutto. Anche ovviamente nelle relazioni e nel matrimonio, e insomma nei legami di coppia che in genere certe corde relative al proprio primo riferimento uomo donna vanno a toccare anche se inconsapevolmente.

Il bimbo così piccolo capisce attraverso un solo mezzo, le sue sensazioni prive di alcuna conoscenza e di alcuna parola o concetto. Quel bimbo in realtà resta in noi e con vagiti e i suoi bisogni ha ancora una voce, per niente di ostacolo, anzi una voce che può ancora collegarci come un’antenna quando può prendere bene un segnale. Infatti, non è detto che trovando chi ti ama le cose poi debbano scorrere solo e sempre in modo lineare, poiché ognuno di noi è delicato e ha sue ferite pronte a sanguinare, a volte si hanno veri e propri problemi comportamentali. Al vero amore, come a una creatura tra le mani, gli puoi riservare un timore reverenziale, vuoi che la felicità non smetta e ometti tuoi lati e idealizzi la creatura amata. E quando iniziate a fare conoscenza in modo autentico è una vicinanza che può fare bene ma bisogna sempre “trovare l’assetto migliore” per entrambi. E poi i litigi, che sono forza vitale, sempre se non siano ogni giorno, e anche nel litigio stesso non dovrebbero istillarsi dubbi enormi sull’altro, sulle sue intenzioni, dubbi sulle fondamenta reali della vostra storia, un certo livello di incertezza angosciosa. Insomma, l’amore è anche impegno di camminare fianco a fianco e venirsi incontro entrambi senza bracci di ferro tanto accaniti.

Dobbiamo essere cauti a percepirci subito e unicamente in dualità, in modo forte. Perdere la propria centralità non solo va poi a danneggiare la relazione, essendo che le richiedi di rappresentare completamento e costante permesso su ogni cosa; oltre che gravarle le tue personali difficoltà e chiederle che ti sorregga, significa anche mancare quella salvaguardia di noi come individui per l’idea che l’amore in quanto bello mai farà danni. Significa darsi sempre e comunque perché l’altro ci ama, che certo appare una cosa ovvia da fare, dimenticando che amare è conoscersi progressivamente e consolidare l’amore è fare conoscenza constatando con la legittima calma tutti i lati le forme che ha l’altro e che può assumere.

Una volta capaci di limitare il tanto pensare – soprattutto direi un certo modo di pensare –, siamo indubbiamente in uno stato rilassato. Uno stato disteso non da una buona dormita, ma è ben disposto a prenderla come viene. Fiducioso verso l’amore stesso, quel filo che scorre in noi e nei nostri giorni, quel filo che ci passa e tiene in relazione con tutto e tutti, che genera anche fenomeni simultanei di cui detto prima e che è sinonimo di vita. Indipendentemente dalla fede o dal credere in Dio, è in ogni caso innegabile l’evidenza di questo filo, che mi immagino bellissimo e tiepido e scintillante come una scia magica. Questo collegamento tra noi e tra tutto. Attraverso l’esistenza, l’erotismo e l’innamoramento, quello bello serio intendo, soprattutto viviamo in tre sfumature molto una cosa: la magnificenza di un fatto che ci agita quanto per la stessa ragione ci fa stare bene, perché ne siamo ogni volta piccoli, e affatto in grado di comandare su ciò, sull’universo, sulle sue leggi.

Mi vengono in mente subito faccende di cui in questi giorni si parla davvero tanto, mi permetto di dire con una priorità eccessiva e una brutalità inaudita se si pensa che di due recenti infanticidi per mani materne (di cui un caso con torture e bruciature di sigarette), ci si è già dimenticati invece. Mi riferisco ovviamente ai femminicidi. Se questo libro possa giungere e collocarsi in modo tempestivo io non lo ho stabilito, anche perché il tema dei sentimenti e dei rapporti umani vale sempre. Dato ciò che sta accadendo anche come pilotaggi di un certo stampo politico, sento di dire a gran voce che amare non è definire tutto il genere maschile mostruoso, perché nell’amore come spinta a fondare una società civile nessuno si deve sentire mostruoso oppure vittima per condizione di gene XX, e nessuno è sopra le parti. Siamo tutti partecipi, e la relazione di coppia è la cellula sessuale nel suo senso più ampio e importante, ovvero una cellula che dall’uno entra in relazione con un’altra persona: un campo che è una vera e propria palestra per applicare quella giustizia e quella pace che pretendiamo e gridiamo ci siano ovunque nell’intero pianeta. Come il sesso non andrebbe svalutato se il fine è il sesso, così le fantasie romantiche e dolcissime o gli ideali di connessione con una persona, per quanto si possano giudicare o per quanto subiscano oggi delle misure di valutazione addirittura cliniche. Tutta questa triade –sesso, vita e spasimo d’amore – se ne frega bellamente dei tentativi degli uomini di ergersi onniscienti: sono, proprio perché non risentono di lacci e costrizioni, tutti questi ambiti sfuggiranno sempre gli allarmismi, le ipocrisie; là, nei templi dell’essere, ci si aggira nudi davvero. Purtroppo, i fanatismi religiosi per comandare le teste della gente fanno leva sulla paura e sull’ignoranza, ma il potere che offre discernere le neutralizza. Anche il capitalismo è un culto, i soldi, tutto quello che è estremismo tenta di corrompere i livelli superiori dell’essere, e se sono superiori è solo quando sappiamo di essere niente rispetto a ciò.

Questo libro racconta un percorso, e nella seconda parte è tutto di sole poesie con note introduttive; e anche se prende il mio lavoro poetico dal 2020 a oggi con alcune eccezioni tratte da anni precedenti, se ne immagina man mano una lunga traversia.

Ai fatti, quando esordì la serie di disturbi mentali che mi inchiodò in croce per anni, avevo appena tredici anni. Come da età, anche io percepii i primi batticuori, e posso qui dirvi che molte ipotesi di ogni sorta furono sollevate per comprendere la mia angosciosa trasformazione. Nessuno mi chiese la verità delle cose, il motivo, perché per tutti io non ero in grado di ricondurre sensatamente quella nuova me a un motivo valido, o realistico.

Dovetti tornare dove vivevo con mamma da sua madre. Nonna ha rappresentato molto per me, anche come riferimento femminile. Nonna era una di quelle bellezze semplici e veraci da rossetti rossi non perfettamente messi precisi nei contorni, quanto al tempo stesso immancabili, profumi di rosa – o boh… – messi da flaconcini direttamente sulle mani e poi sbattuti al collo, un po’ di rosso alle guance messo anche quello alla buona, e quelle sopracciglia che si andava a imbrunire e definire con un tono davvero scuro. Indossava sovente una collana di perle o i guanti corti, e il suo bell’armadio era pieno di vestiti dai colori accesi e giacche con spalline sempre importanti; tacchi stiletto alti e sottili per alzare il suo fisico piccolo ma molto, molto procace, un premolare in amalgama d’argento da un sorriso rosso scuro in una qualche foto seppia di lei molto giovane, una figura più sottile e i corti morbidi capelli castani, oppure tinta miele negli anni ’70.

Conobbe un uomo in un vagone del treno. Franca aveva sulla cinquantina d’anni. «Franca, mi vuoi sposare?» le chiese in quell’incontro stesso. «Sì!»

Una di quelle ragazze che se la dovevano cavare da sé, una generazione di acciaio in cui lei è andata avanti nonostante tutto.

Ma era anche attenta a non ricavare ulteriori pregiudizi avendone attraversate parecchie come ragazza madre; nonna era troppo interessata a farsi gli uomini, e non perché era mia nonna dovrei indorare la pillola, essendo dotata di sincero rispetto e non di un rispetto di circostanza portato solo ai morti.

Nonnina per me rappresenta infatti la matriarca e mi è cara come figura influente nella mia vita. Non si scherzi con me: si tratta delle mie radici. A nessuno è dato sapere il mio sentimento profondo, e forse sarebbe stato meglio se avesse agito per sé sempre fino in fondo, no tre quarti e un quarto di tentativo altruistico non sentito da lei. Ma il mondo era feroce, e senza modestie so che la mia compassione scevra di ipocrisie che riserverei già a un essere umano in generale, pare essere una merce non di moda, ecco. È stata così dura anche per nonna ed è più facile parlare da un intelletto curato e dalle opportunità comodissime e agiate di oggi.

Nonna non ha voluto adempiere al ruolo ma quello che causò pasticci era la contraddizione che agiva tra immagine e quello che davvero voleva come tipo di vita. Quante donne ci sono, in fondo, in una che sto raccontando…

Respiravo molta insofferenza da nonna. Non ero insomma amata dalla mia famiglia come meritavo, anche se capii gli sforzi provenienti da un loro contesto di non-amore ben peggiore, il fatto semplice e nudo era non essere amata e tollerata. Purtroppo ovunque si sostiene molto per le varie situazioni la frase “amare a modo suo” che da una parte non si dubita. Bisogna distinguere che gli sforzi e l’affetto non sono affatto negati in questo tipo di concetto, e sono anche evidenti insieme al sentirsi in colpa e incapaci, anche nelle relazioni di coppia voglio dire; ma che una psicanalista vecchio stampo vada a convincerti che ti si ama tutti fortemente, non offre quella possibilità di valutazione, ma solo l’idea che l’amore sia insofferenza e ricatti affettivi. Controllo e così via. Io ero troppo giovane per arrivare a comprendere sfumature ricche e importanti, ed era giusto che a quattordici anni non mi si richiedesse di capire oltre la mia età di adolescente. Affermare e dare luce a quello che è l’amore vero non è pretendere proprio nulla, né ideali da Mulino Bianco, ma magari evitare che una ragazzina entri maggiormente in confusione da tali incongruenze. Poiché ogni sentimento non è sindacabile né degno di biasimo, e avrei accolto bene che questo fosse ammesso da un clinico, non equivalendo al rancore o a una negazione dell’impegno arduo suddetto, visti i miei rapporti familiari oggi di gran lunga felici e sereni. Questa incomunicabilità mi condusse subito a trattare le mie emozioni come una colpa, una sciocchezza, e per tantissimi anni della mia gioventù ho evitato le occasioni perché stavo tutto il tempo a rimuginare i miei sbagli e a percorrere tutto il tempo gli istanti precedenti.

Il più accadde tanti anni dopo, e in particolare verso il 2020.

Non potevi sollevare la mascherina per prendere un attimo di respiro, senza essere guardato male. Dopo aver subito ricoveri coatti nei decenni precedenti, mi trovai in un trattamento sanitario obbligatorio per tutti e nel quale presto sbucarono fuori ribelli di sistema che, come emersi sulla base di non poter più condurre una vita sociale, sono poi tutti quanti spariti appena il Covid si è risolto con la guerra in Ucraina. Io trovai che fossero in tanti fuori di melone, e anche per questo mi rifugiai forse un attimo di più nel cellulare, tutto stava sfiorando i limiti del ridicolo e io iniziai a esprimermi ancora più francamente.

Lì, nel luogo-non luogo di Meta, conobbi un afflusso maggiore di persone che furono perlopiù importanti, soprattutto perché in tal modo mi distaccai dall’ossessione che tenevo verso quel quartiere dove vivevo. Mi trovai accompagnata al passaggio tra Milano e la provincia di Verona da una cerchia di conoscenti Facebook che sentivo molto e molto vivevo.

L’amore non si ferma di sicuro perché cambia canale e luogo, non si restringe. Può modificarsi l’interazione, il modo di capirsi è contestualizzato. Ma l’amore, se vero, quello è, e prima o poi chiude il cellulare per l’incontro reale. Non sostengo come fanno i più che l’incontro debba accadere a breve, per una serie di variabili e ragioni e istanze di cui qui non spiego ma che possono essere necessità valide. Sicuramente, se è amore, prima o poi l’incontro lo permette e lo desidera e lo cerca. Bisogna anche capire che questa scelta che può sembrare mancanza di serio interesse, potrebbe invece appartenere a atteggiamenti responsabili e realistici, proprio perché l’amore nascente su un contesto così particolare non concede il rischio di delusione, o che vada a bruciarsi, oppure evaporare. Non si può negare questo. Bisogna anche però in un tempo ragionevole che non sia di anni parlarne, confortare. Il principe azzurro non esiste ma per un fatto bello: non ci interessa in realtà veramente. Ci piace quella persona e la amiamo tanto, ed è già tanto. Il principe ci potrebbe alla lunga annoiare, e, in tempi in cui le principesse Disney hanno dichiarato di volersela cavare perfettamente da sole senza baci “non consensuali”, temo che l’idea del principe azzurro rimanga in tutte le rubriche d’amore nelle quali non si va ad ampliare la cosa alla coppia ma all’unità femminile e ai suoi bisogni, e lo dico da donna che sta anche molto affermando i suoi desideri romantici. Ci si viene incontro affinché l’uomo ami spontaneamente e fortemente. Io trovo belle e molto vere le cose che queste rubriche affermano, e, proprio perché valgono – cose come “Volere è potere”, “Se ami ci provi, il resto sono scuse”, “Se non ci mette impegno, non gli piaci abbastanza”), vanno secondo me anche trattate con la seria considerazione che meritano le questioni del cuore. Noi possiamo come donne, per esempio, anche sostenere la veridicità di principi che io per prima appoggio, ma dato che il gioco si fa duro, come si suol dire, bisogna anche strutturare delle linee guida d’amore in cui poi non ti ritrovi allo sbaraglio perché hai ascoltato alla lettera la dottoressa Amore. Bisogna cioè salvaguardare in primo luogo se stesse, se stessi. Perché se in amore facciamo bene a sperare nelle cose normali e belle, e sebbene meritiamo di ambire assolutamente al top per noi, dai principi di autostima e orgoglio si passa poi ai fatti di rompere con chi amiamo.

PARTE DEDICATA ALLE POESIE (CON ANNOTAZIONI)

Cos’è l’amore? Contatto. Nelle poesie che seguono, composte nella seconda metà del 2020, sperimento dell’amore l’elemento di tocco, di contatto, di coinvolgimento. È un fattore dell’amore tra quelli più in superficie, basato su seduzione e attrattiva, fisica ma soprattutto mentale. Nelle poesie che seguono racconto di imbattermi in utenti e di provare già qualcosa per loro, secondo le convinzioni del momento e ignara ancora di cosa sia poi l’amore. Quello vero. Una poesia che presenta questa prima sezione della raccolta Cupido nel mondo di Meta secondo me può essere questa, ed è del maggio dello stesso anno, subito di poco precedente a questi strani incontri del “terzo tipo”.

LA DANZA (Maggio 2020)

 

Solitaria la semibuia stanza 
dalle fessure della serranda scesa 
raggi di un sole che canta in gloria 
voglio soltanto una rossa e blu danza. 
Me ne sto cauta dietro la vita 
bimbi che giocano e prati più che verdi 
Ho paura, non mi posso presentare 
non son cose da fare, cresciuta e giudiziosa. 
Passa il tempo in quella stanza grigia 
grigio l'animo grigio e il mondo ignoto… 
Vieni, angelo, scendi su questa solitudine 
tocca la paura mia con morbide piume. 
Io vado bene, dici non essere afflitta 
guardati, splendore, non guardare il soffitto 
sei fatta per girare tutto il mondo coi tuoi piedi 
perfettamente tu, non ti portare niente. 
Spalanca le tue ali anche se intorpidite 
corri per le strade anche se inciampi e cadi 
Sia vita a chi osa, tu non spazientire 
il mondo ti spera dalle sue stanze pavide. 


Ispirata a questo celebre quadro di Matisse:

AMMISSIONE (Settembre 2020)

Perché giungi 
per andare via? 
Tramortita... 
eppure, credevo ti fossi accorto 
di ciò che sono, anche se molto vagamente. 
Le mie lunghe pause tra una parola e l'altra 
sono solo emozione e inesperienza, 
sono solo presenza nel nostro accoglierci 
che presumevo possibile 
e ora non mi degni più. 
Quei miei spazi interminabili 
quanto ardore e quanti pensieri inconfessati 
li hai letti ma più non ti vedo. 
La musica ha i suoi silenzi 
io non lo so se ti ho turbato 
sì, vero, sono strana 
d'una stranezza che ha trattenuto 
ha sempre compreso, mediato 
s'è adattata, frantumata. 
Ma se provassi a restare 
quel mio sorriso direbbe paure 
quel tremulo silenzio non oserebbe 
indurti alla carne senza tuo consenso 
bensì condividere un cuore palpitante 
eh già, non ti conosco, 
ma è solo perché ancora non sei 
e io vorrei una prima occasione. 
Profonde le radici di un albero 
immensi gli abissi 
così lontane le stelle che tocchi 
ma cosa in fondo importa chi sia io già per te? 
Abbiamo le stelle, il sole gira attorno a noi 
cosa importa, 
solo mi importa solo una cosa 
poiché tutti vanno sempre via 
solo mi conta dirti una poesia 
così che oltre queste mura 
ci siano farfalle e cieli vuoti 
d'un indaco che sa l'arcobaleno. 
Tu non conosci e mai potrai 
perché sei svanito 
e forse è il mio sprezzo ch'è infinito 
e già tenevo voglia di restare sola. 
UNA VITA INTERA (OTTOBRE 2020)

Hai bussato al mio tempio senza mura. 
Errante uomo, ci hai visto la natura 
forse vedesti in me un'oasi felice, 
e nel mio corpo hai visto refrigerio. 
Dei miei mondi di sogno 
forse hai sentito un tocco di campana 
hai visto in me il mattino, l'aurora... 
oppure un animo semplice e vicino. 
Voglio sostare però adesso 
trovare un po' di pace. 
Hai bussato nel mio cuore 
entrando con confidate fantasie 
e la tua voce sensuale, tremula 
sì, non mi sbaglio 
il tuo parlarmi incespica 
come una cosa piccolina e indifesa 
che non connette a istanti brevi 
ciò che vuole dire, quasi spaventata... 
e ancor più per questo io ti amo. 
Ma da cosa emozionato, da me? 
Sono così forte? 
Mi dici puttana,
lurida prostituta 
da ingrassare come un porco 
per il tuo gusto e piacimento... 
Hai solo bisogno di non temere anche me 
in qualche dolce e stuzzicante modo. 
Sì è così, e io ti credo in ciò che dici 
sì certo, non lo metto in dubbio 
tu non mi offendi, sì lo so 
sono io che non mi lascio andare. 
Mi hai ancora convinta di cose 
e per gran parte senza ingegno 
sapevi già fossi una preda così facile. 
Il tuo essere affettuoso si alterna 
anche se mi dirai ancora che mi farai male 
so che questo molto piacere ti procura 
io dico sì, ho celia di perderti 
di scemare la tua potente erezione 
ho un timore tardivo di averti frenato, castrato 
con dei patemi credo o non so cosa 
forse verità oppure romanticismi 
forse... voglia di dire. 
Devo dirti qui 
non m'importa più trattenerti 
tanto andrai se vorrai 
e io voglio essere autorevole, non così. 
Allora la "puttana" sarà libera e ridente. 
Chissà se ti piacciono tutti i colori 
di questo arcobaleno? 
Non voglio pesare a una farfalla 
che è passata accanto 
là davvero penso così: 
sarò tutto ciò che vuoi, ti dico 
per certo sarò tutto ciò che sono 
e quanto saprai innaffiarmi 
con getti diffusi e forti 
quanto adorerò il tuo oro 
pizzicarmi un poco gli occhi! 
Quanto sudati i nostri corpi! 
Scuotendomi e sospesa in uno spazio atemporale. 
Se ciò sarà, chissà! 
E lo sarà se ti sarai messo da parte 
per ridarmi ciò che ho perduto 
nell'immensità di pochi giorni semplici 
morirei perché ho vissuto con te 
un'intera vita... 
Oh! Che stupida illusa.

Logicamente, queste poesie vanno contestualizzate in un processo di crescita e maturazione e infatti rappresentano una voce che di volta in volta libera i pensieri, senza tabù e inibizioni: Si tratta di una terapia con le poesie. Quella voce che assume ora un atteggiamento ora un modo può essere discutibile ma lì ho rappresentato voci interiori altrimenti soffocate, e se oggi sono la donna forte che sono è anche per questa poesia terapia.

LOST 
Ottobre 2020

Tutti chiamavano Inferno 
quel bosco. 
Mi addentrai per sfidarli 
ne uscii sporcata di terra 
di seme, di mistero rivelato. 
Ero nuda e piena di Dio 
e in ammissione aveva occhi discendenti 
la piccola bocca, il sussurro profondo 
tanta felicità di vedermi. 
Eravamo vagabondi persi 
due fanciulli eccitati 
spingi, desiderio 
carnale, spasimo 
tu, uomo, mi dai alla luce del mondo. 
SERE D'OTTOBRE 
Ora si è fatta notte, bisogna dormire 
state andando nelle vostre case e 
rimboccate i baveri di lana riccia bianca 
rivestiti, gli occhi stanchi. 
Grazie di essere stati qui con me 
ci vediamo domani ! 
Ecco. 
Il grande salone avvolto nel buio 
riecheggia la mia voce. 
Un latte caldo è bene prepararmi 
perché ho mani gelate e vorrei riposare. 
Tra poco berrò, dapprima credo la 
scrivania mi avrà 
scrivo una canzone 
che non ha musica né canto. 
Anche te, come i nostri amici, sei andato a casa tua 
ai tuoi pargoli dalla sottile pelle 
e la dolce moglie che vorrei esser incline ad amare 
forse per ottenerti, o scordarti, o non so cosa. 
È stato un dolce giorno ieri 
ma la sera ero via via annoiata 
a tratti intrattenendovi con fare stupido 
e ricordo i tuoi sguardi presso il ponte sul fiume... 
Quanto ti desidero. 
Solo io lo so, e giusto te, credo. 
Ti dissi “Che bella la libertà, vero?”
Dissi proprio questo con enfasi e certezza 
e ora spasimo e ho bisogno di te 
come l'ossigeno, e il mare per i pesci. 
Oh caro, non temere, amato 
riposerò e domani penso a me 
stempererò almeno di un grado tale ardore 
questo boccheggiare disperato. 
Sai, vorrei essere una gatta 
che non si cura di nessuno 
una gatta nera nella notte 
con un fare pragmatico e autorevole. 
Domani sto un attimo con me perché sento l'odore del volerti 
una necessità urgente dei tuoi baci del tuo amore e non mi basta... 
in cuor mio ti dico. 
Devo raffreddarmi giusto appena 
se non voglio pena, se voglio onorare 
questo incontro che m'ha dato il cielo 
domani l'altro ti telefono non prima. 
Voglio vivere un giorno senza darmi, 
mi sfiorerai le labbra con le tue 
mi immagino restarne passiva 
quasi scostando lievemente il viso, 
guardando qualcosa altrove 
che più non esisteva perché tu eri il mondo. 
Non smetterai di amarmi, sarebbe bello 
se penso sei accaduto soltanto in una notte. 

TU SEI
Novembre 2020

La Via Lattea mi ha posato tra le mani una persona 
aveva un qualcosa, fremente eccitazione 
oh più una cosa, saliva fino al cielo l'emozione 
che credo l'apice ora tocco. 
Per quanta gioia mi attenda, sì! 
Questo istante tenero, passionale 
non posso definire, no, mio amore 
che la parola amore non contiene. 
Ridi con me, piangi insieme me 
lacrime tue che assorbo al mio petto 
per quanto siamo lontani 
sei respiro, sei il battito, il vigore. 
Mi sveglio allegra sapendo che esisti 
non so niente, accedo a passi delicati 
scalza sono un'ultima arrivata 
sei la droga ma non sono allucinata, 
sei felicità e ti dico cose 
non so trattenere e nel comporti una canzone inciampo 
e quante quante quante cose ti saprò per sempre dire 
Ah Fede mio, sei la mia fede! 
In una radura ti ho sposato 
seminuda sotto vischio e grappoli d'uva 
o se ricordo di sole ero vestita? 
C'eravamo solo noi e un bimbo, 
benediva con un'enorme palma 
ti avevo preso e correvamo eccitati 
tra campi di papaveri e altri fiori. 
Poi ti rincontrai nella guerra 
e m'hai baciata sotto colpi di cannoni, 
poi son corsa verso quel rosato 
d'una tipica fotografia del '68: 
mio fratello piccolino gironzolava 
la mia piccola madre e un pupazzo rosa acceso... 
mi trovo in un mio Medioevo 
con draghi gelosi delle loro torri. 
Corro con un bambino rosso di capelli
i nostri riccioli coperti di sale  
ebbene io ti dico in questa essenza: 
Si esalta il mondo alla tua presenza. 


LE GUANCE ROSSE 
Dagli occhi di tutti qualcosa mi si dice 
che non comprendo molto, non vedo 
sembrano infastiditi o annoiati 
turbati, delusi ignorati 
rivive il genitore irato 
con le sue logiche a me non chiarite. 
Ho vissuto in un'impronta tanto grande 
che di questa non mi ero molto accorta.
Allarme costante e ansia 
fino a non più percepirli 
come un rumore profondo soggiacente 
e rimestava fino a getti di lava! 
E ora che provo farfalle e il languore, e il piccolo amore 
scrivo lettere d'inchiostro rosa antico 
che più nella mia stanza non ci stanno, 
e ora che bacio il suo nome 
adolescente catturata dalla resina 
scosto questo sciocco imbarazzo 
per ciò che il mondo dovrebbe osannare.  
LADY LOVE 
Ti otterrò, sì 
non può essere altrimenti! 
No, ok? 
Sappi, sei mio 
da qui lo dico 
con voce fanciullesca e capelli rampicanti 
e rossa grande bocca 
come in sogno e si risveglia 
la vera grande me 
io sono soltanto un altro suo sé, 
sta aprendo gli occhi 
verrò spogliata dal sole, umiliata 
si sposta la coscienza 
come in un trapasso d'ogni mattino 
sì, dunque, 
comunque tornerò un'altra sera, 
una parte di sé che ora può dire 
esprimere la sua ossessione d'amore 
perché è questo che fanno gli scrittori 
o i sognatori, che poi è lo stesso: 
onorare tutte queste emozioni 
senza identificarci più con esse 
ma apprezzarle persino 
poiché sono soltanto piccole sincere 
creature dell'animo 
mutevoli sguardi ora effimeri 
ma anche archetipi 
e il suo non è nemmeno dilaniato 
ha un che di dolce e tanto tormentato 
che se Medusa voglia pietrificarti 
lei invece è solo un giovane cuore 
più lei la vittima si nota 
piena di sgomento e troppo amore 
e grida la sua eterna eco 
“Amami! 
Amami! 
Amami 
Amami 
Ama mi...”  

Fine prima parte

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