Eccoti nella sezione del sito dei fumetti che hanno impressa la mia storia, me, le mie vicissitudini di ogni tono emozionale. Devo premetterti due cose.
Questa non è l’unica parte dedicata ai fumetti come avrai forse già visto, ma è una parte che dei fumetti miei ha per tema il fatto che parlino di me di ciò che mi è accaduto, spesso in termini scabrosi e uniti dal fatto che non vi è censura. Quello che voglio dirti è che sono situazioni che racconto molto personali, a me piace moltissimo esporre anche queste tipologie di produzioni e ti dico perché ma prima questo te lo devo avvisare per non farti perdere tempo in lettura di storie particolari.
Innanzitutto particolari perché molti sono realizzati un bel po’ di anni indietro e siccome ero confusa mentalmente ciò si rifletteva nella rappresentazione delle tavole a fumetti: In ciò sarai aiutato, aiutata a leggere chiaramente le tavole in modo scorrevole attraverso dei focus di dettagli che traggo dalle stesse. Non metto solo le tavole in sé stesse ma per ogni immagine delle abbastanza stringate ma completative disascalie.
Se in genere le biografie non ti interessano, io devo avvisarti che puoi passare sempre nell’ambito dei miei fumettini a storie meravigliose che presto metterò qui appunto. La sezione Fumetti come avrai già visto è in lavorazione, è una sala del sito da installare un pochino perlomeno😊 se ti piacciono comunque i miei fumetti porta pazienza alcuni giorni.
Se invece ritieni di non poter essere disturbato da contenuti sensibili spesso di ordine psichico, di sesso e contenuti appunto privi di restrizioni allora sì che ti consiglio di proseguire questa sezione perché potrai anche conoscermi molto di più se ne hai interesse. Se la parte psicologica, spesso in situazioni ingarbugliate quasi degne di libri gialli, ti attrae molto in genere beh penso che qui troverai pane per i tuoi denti.
La possibilità di PARLARE e di ESTERNARE è quel che credo possa insieme a tante altre cose permetterci di stare bene, non è tra le basilari probabilmente ma fa tanto perché chi si libera sente un immediato sollievo e il sorriso nel cuore la forza di andare avanti.
Se non si osasse una cosa nuova solo perché le cose si fanno andare nel solito modo, o perché il nuovo ha incognite, rischi, e non si attiene alle convenzioni di un quieto vivere sociale niente potrà mai cambiare; mentre io in genere non amo stagnare a lungo, ho bisogno di vivere, di credere in me.
Anteprima da diverse storie narrate
Il volume di fumetti dal titolo “Il 2015” che ha un possibile sottotitolo: “Come nacque Primavera”. Si tratta di un vero e proprio romanzo a fumetti che non è esattamente la versione a fumetti del mio libro Primavera ma qualcosa di molto più, poiché narra anche dell’ideazione di questo libro. Sono in realtà due progetti molto differenti, Primavera si limita a un discorso ermetico e confuso, una storia condivisa in poesie e arte quasi astratta. Quel che ne risulterà non sarà però ai miei occhi affatto insoddisfacente anzi, perché il lettore legge principalmente che la protagonista Lu -chiaramente un mio alter ego- è matta, ha idee fuori di testa, si fa il parere che sia sorvegliata con telecamere e attenzionata tutto il tempo. Un intento sfuggente al mio controllo dell’epoca e superiore al mio presenta un libro matto in senso neutro anzi più che altro positivo, innovativo e particolare e evidentemente denso; con un frequente non sense apparente, ma consigliato dalla difficoltà a riferire cose e che rende la protagonista ancora più accattivante come se fosse tutta presa a parlare da sola.
Nella sezione libri dunque trovate anche molti estratti che ritengo notevoli e meritevoli di essere letti così capite anche questi fumetti, che sviluppai nel corso dello stesso 2015 e addirittura prima di ideare il libro pertanto di fatto mi accompagnai e trovai sostegno nel narrare fumettistico.
Tutto incomincia con l’arrivo del 2015, Capodanno. Ci stava un tale che avevo trovato su Fb uno che mi aveva avvicinata da un gruppo per amanti delle donne curvy. Il gruppo Fb già non era proprio pulito, anche perché bbw è un gergo dalla pornografia, ci stava gente semplicemente molto affamata. Mi aprii col candore che sapevo ai tempi e che mi cacciava nei guai sovente. Terminato il 2014 questo Allappo Dance come si faceva chiamare su Fb mi iniziò a evitare e non mi capacitavo, non motivavo la cosa col fatto che fossi morbosa nel correre già a idee di fiori di pesco. Da quel tempo sono tanto cresciuta e cambiata e psichicamente mi ritengo guarita.
Non mi rendevo conto di trovarmi in uno stato mentale dissociato dalla realtà, avevo l’idea che su Facebook tutti fossero amici incapaci di farmi del male, e parlavo sempre in termini di cari amici persino rispetto gentaccia che non avevo mai incrociato prima. Nonostante avessi 35 anni per il motivo già spiegato che ero malata mentalmente avevo un approccio su tante cose privo di esperienza di socializzazione.
Certi contatti anche se virtuali mi entravano dentro mi turbavano e colpivano al punto che avevo l’impressione di perderci la testa. Io cercavo Allappo e tutti quegli zozzi cercavano me, era una fase della mia vita in cui sentivo di essere tenuta ad accogliere e apprezzare… provavo tanto disgusto però!
Mi consultai col mio amico storico Stefano un ragazzo che ai tempi cercava anche lui possibilità di relazione d’amore su internet, e verso il quale ho sempre nutrito un rispetto profondo e la sintonia di chi vive medesime problematiche mentali e circostanziali. Più che altro provavo a condividere cose con qualcuno leale e privo di secondi fini. Incappai dopo poco in un tale, un ennesimo porco nel giro di pochi giorni e il tipico bravo fidanzato con profilo pieno di moine per la compagna ufficiale e vari Gesù sanguinanti in sculture di legno…
Poi subentrò un gruppo folto di tossici che mi aggiunse su un gruppo Whatsapp, sempre con un’ottica priva di malizia e tanta voglia di giocare non trovai nulla di male a mostrarmi in mutandine.
Così colsi la figuraccia e il senso di vergogna e paura che mi stava prendendo con dolore, per neutralizzarla con un “embé?” e ebbi la trovata di pubblicare la foto di me in mutande peraltro abbastanza castigata (è evidente), seppure in posa ammiccante ai tempi era più che un azzardo fatto da me. Una rivoluzione copernicana. Ci allegai un mio pensiero sulla ipocrisia dell’8 marzo e che invece ai fatti bisogna vivere per come si crede e si vuole. Ebbe molto successo e l’apprezzamento entusiasta di tutti i miei tanti contatti Facebook alcuni dei quali sopravvissuti ancora nella apprezzata cerchia di affetti. Anche se virtuali mi sono stati vicini.
Nel frattempo ci starebbe forse anche una ragione del perché nel febbraio-marzo 2015 sto molto su Facebook… la situazione familiare non va affatto bene infatti. È divenuta irrespirabile con mia nonna che viene gestita con insofferenza. Inoltre in casa mi è conveniente dedicarmi alle dimensioni internet, si agiscono umiliazioni molto pesanti e gratuitamente accanite. Qualcosa di più da una comprensibile stanchezza intendo a dire.
Dunque cosa va ad accadere in quel momento di fine inverno? Che sospendermi i farmaci antipsicotici libera una energia particolare, ma è soprattutto l’amicizia con Augusto Sunda a determinare molto, in che modo? Siamo legati come amici sinceri da ormai un annetto tramite Facebook, la sua apertura mentale la sua esperienza in tema a depressione, me lo fa sentire un riferimento valido, una spalla su cui appoggiarmi. Fa appello alle risorse interiori, in questo caso quel che non di rado Augu definisce la divinità che abita in noi. Tanto che non esagero affatto nel dire che la lettura del suo libro Con il cuore in mano scritto insieme al suo amico Alessandro determinerà parecchio lo sviluppo della mia vicenda. Io avvertirò di non essere in torto a percepire cose, a osare, a “sbagliare”. Mi concedo di essere per come mi viene.
Finalmente concedendomi sessioni di autoerotismo sublimi.
Superata la fase scatenata e un po’ dissociata di ricerca su internet di un fidanzato, mi addentro in una successiva fase, e ancora non so sarà una fase tra le più incredibili mai vissute. Per una parentesi come vi ho narrato affiorò un mio comportamento per certi versi provocatorio ma che voleva essere finalizzato a fare amicizia e mostrare che non vedevo niente di male in certe cose. Nonostante prevedibili riscontri mi ostino a pormi a cani e porci in modo trasparente e proteso al mondo. Sollevata dai sensi di colpa attraverso la lettura del libro, per quanto inizialmente e logicamente incappando in situazioni cupe e vischiose ciò farà condurre all’anima la magia.
Intanto siamo entrati in primavera e io soffro tantissimo per vari fronti.
BISOGNA SPECIFICARE CHE IL VICINATO MI SORVEGLIAVA VERAMENTE E CHE LA VICENDA VIENE CHIARITA DEL TUTTO DA UN ROMANZO A FUMETTI CHE VERRÀ PRESTO TUTELATO NEI DIRITTI E PUBBLICATO INTEGRALMENTE QUI TRA NON MOLTO. ROMANZO CHE TROVERETE PER I CONTENUTI SESSUALI (PER QUANTO STORIA SENSIBILE E DI DENUNCIA) NEL MIO BLOG DI PROGETTI EROTICI idisegnipornodiroby.it
Ho sofferto tantissimo nella mia vita e questo fu un punto giù veramente forte e doloroso non lo meritavo quell’accanimento. E non avevo modo di parlare con nessuno ma GRAZIE A DIO HO IL DONO DI POTERNE REALIZZARE FUMETTI.💝💗
Giunse… quel pomeriggio di aprile✨ la magia.
Mi soccorse. Penso fu Dio.
Nulla sarebbe rimasto come prima. Ormai avevo la Grazia del Soccorso. Dio dalla forma di pennarelli e fogli. Dio che si rivela a noi nelle sembianze care e quelle che più ci riportano in vita. Presi un foglio e iniziai a disegnare. 😻
Iniziai la produzione di una serie di centinaia e centinaia di disegni di questo genere:
Il miracolo si stava per rivelare.❤
Anche se iniziai a subire il fiato sul collo da tutti, preoccupazione che mal celava in realtà i disturbi di ansia e di iper controllo di persone e situazioni (più che altro da parte di mio padre), io nei fatti non ero più accasciata su un letto con la faccia sofferente e stravolta ma serena finalmente procedevo alla mia cura con l’arte, senza dar fastidio a nessuno. Sprigionando un benessere decisamente maggiore. Ero tranquilla e nemmeno più di tanto sigillata come nei giorni precedenti avendo ritrovato la calma interiore, certo non ero chissà quanto relazionata con loro come in precedenza ma ero serena e i giretti sotto casa con mamma li facevo. E più cresceva lo stato di benessere più comunque chiaccheravo un po’ con la mia mamma ai giardini sotto casa. Ma in quel momento fondamentalmente ero diventata una testa autosufficiente che nessuno poteva più attaccare come prima e deciderne gli stati d’animo. E questo fu un affronto intollerabile evidentemente rispetto un mio soffrire palesato: Si aveva bisogno di prendersela con qualcuno, tutto qui.
Peraltro ero un po’ impensierita di uno che ascoltavo disperatamente innamorato di me e stetti un po’ così, in una situazione talmente assurda su tutti i fronti, magari si buttava dalla finestra!
Qui finisce il primo atto di “2015”, prima di continuare porto il vostro interesse un attimo a una fase precedente coi seguenti fumetti perché è importante per capire il tutto.
L’esperienza predominante: LA PSICHIATRIA
In una buona parte di queste vicende fumettate, se non si menziona la psichiatria, si sviluppa molto il discorso di salute mentale. Penso di ritenere che il disagio psichico sia stata una esperienza tra quelle che ho più fatto, ma non sta in cima né mi identifico con il disagio psichico e con il discorso psichiatrico anche se averne potuto conoscere bene gli aspetti in un ventennio (parola che tra l’altro ci ricorda tutt’altra epoca, ed è abbastanza buffa questa cosa, sì ho il mio ventennio) ebbene mi ha fornito un bagaglio di cui sono onorata e competente. Io non mi sono mai sentita “normale” al di là di cosa sia normale, sinceramente mi sono sempre ben poco allineata al “modo” che porta poi ad adattarsi a una società con le sue formalità le sue finzioni le sue bugie. Nascendo da una famiglia con elevate problematiche in realtà essa mi ha svezzata al meglio perché ne assaggiai già com’era lo stato di cose. E non ero io strana, e non mi ci volevo inserire in un gioco che non reputavo logico. Come anche non ho mai fatto dei miei problemi la definizione di me né una bandiera e se lo fanno gli altri nel descrivermi poco e niente mi conta ormai. Ormai si definisce tutto. So che sono, ed è già legittimo in sé, non faccio male a nessuno e sento a modo mio. Non ho mai proteso a differenziarmi più di quanto non mi sentissi un po’ diversa. Non ho il credo del pazzo che faccia bene a disadattarsi su tutti i fronti: È uno stereotipo mentre io ho soprattutto un ampio aspetto che sa entrare in relazione e riconosce in modo sano molto della realtà. Manco affermerei di stare meglio degli altri, sto e sono e devo dire faccio nella mia vita ciò che desidero penso che sia un fatto tra i più belli che possano esserci nel vivere questa valle di lacrime. Questo fu il mio primo fumetto in assoluto, se ne sente un avvicinarmi cauto a questa cosa di fumettare, umile… ma da qui non mi sarei più fermata!😻 era il lontano 2010.
Ed ecco altre tavole e disegni (continua…)
Per esempio nel 2012 pur non tentando di smettermi i farmaci agii una mia protesta rifiutando di comunicare di parlare e restando ferma senza reagire, chiaramente quella che definisco protesta o ribellione era sperimentare un episodio catatonico per prendere respiro. Finii dopo poco lo stesso pomeriggio in un reparto ospedaliero che già conoscevo col nome di Guardia Seconda. Fui caricata di tutto peso e trasportata lì. Subito mi imbottirono di alte dosi della mia solita medicina (abilify) più il serenase e il rivotril. La sera seguente mi sentivo così vulnerabile anche per toni di voce un po’ sbrigativi e pensando di essere passata da una prigione all’altra esplosi in una crisi di urla agghiaccianti e pianto coi lacrimoni che i cari e gentili infermieri diciamo così dovettero contenermi nel letto con cinghie ai polsi e alle caviglie. L’indomani potei vedere il dottor Boato a cui provai a comunicare il mio dolore e perché ero lì, con un certo insuccesso era convinto delle sue e mise in ridicolo le mie suppliche, la mano soprattutto che letteralmente gli tendevo. Percui tentai di svignarmela cercai di farmi forza il portone logicamente era ben chiuso tutti noi pazienti trincerati in quel posto senza senso, non avevo alternativa. Ovviamente valutai anche di lasciarmi morire. Le dosi da cavallo di cui non era dato sapere se non che dovevo ingoiare tutto e spalancare la bocca per far controllare che mandassi giù, portarono la pressione a 30/60 e là Boato mi tolse un eccesso non tanto per me ma perché come li sentii commentare potevano andare nei casini.
Ora, io ti ringrazio se stai apprezzando tutto questo materiale, sicuramente a me ha salvato la vita. Se ti sta piacendo passa alla sezione dei fumetti biografici a questo link:
Se sempre di questi fumetti sulla mia vita vuoi conoscere subito tutto ciò che ha permesso ulteriore emancipazione, soprattutto in senso sentimentale nonché i rapporti virtuali sorti nell’epoca del lockdown covid, allora vai alla terza pagina dei fumetti sulla mia storia a questo link:
Se vuoi fare un salto temporale e conoscere di me in termini più recenti ti invito allora a passare direttamente alla quarta pagina fumettosa nonché per ora ultima:
(QUESTI ULTIMI PASSAGGI SONO DA AGGIUNGERCI I LINK E CREARE LE ALTRE PAGINE DELLO STESSO DISCORSO FUMETTOSO😉 A BREVE AVRETE TUTTO)